Un semplice patto salva la vita: ecco la storia che ti farà prenotare subito una colonscopia

Desidero condividere con voi una storia che, mi auguro, possa essere d’aiuto a tutti per comprendere quanto sia fondamentale la prevenzione quando si parla di salute e quanto sia importante non trascurare mai alcun sintomo, anche se all’apparenza può sembrare insignificante o privo di conseguenze. Vi racconto la vicenda di Simona, una giovane donna di 26 anni che ha scoperto di essere affetta dal morbo di Crohn.

Cosa è successo?

Simona ha sempre convissuto con forti dolori addominali, spesso così intensi da diventare insopportabili. Inizialmente, diversi specialisti attribuivano questi disturbi al suo stile di vita frenetico, diviso tra l’impegno universitario e un lavoro part-time che le permetteva di mantenersi agli studi. Simona era una ragazza determinata, ma negli ultimi anni aveva progressivamente rinunciato alla vita sociale a causa del suo malessere.

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I dolori addominali, però, con il tempo sono diventati sempre più frequenti e debilitanti. Stanca di consultare specialisti senza trovare una soluzione, Simona decide di rivolgersi a un nutrizionista, sperando di trovare finalmente una risposta. Durante il primo colloquio, alcune delle sue risposte insospettiscono il medico, che decide di approfondire la situazione.

Il nutrizionista le prescrive una serie di esami, tra cui quelli necessari per escludere una possibile intolleranza al glutine. Tuttavia, i risultati non spiegano i suoi continui malesseri: Simona continua a soffrire di dolori addominali, crampi e frequenti episodi di diarrea, pur sembrando in buone condizioni generali.

Il campanello d’allarme

Il nutrizionista suggerisce quindi di adottare una dieta più leggera e controllata, introducendo gradualmente alcuni alimenti per individuare eventuali intolleranze o cause scatenanti. Nonostante queste precauzioni, Simona continua a stare male e inizia a perdere peso in modo preoccupante. È in quel momento che scatta il vero campanello d’allarme.

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Si ipotizza allora che Simona possa essere affetta dal morbo di Crohn. Il suo corpo stava lanciando segnali inequivocabili e anche lei iniziava a sospettare che potesse trattarsi di una patologia cronica, come spesso accade con il Crohn. Ma perché nessuno aveva pensato prima a richiedere un esame specifico? Forse l’età giovane aveva tratto in inganno.

Viene quindi programmata una colonscopia, che conferma il sospetto: Simona soffre di una malattia infiammatoria cronica che colpisce l’intestino, ma che può interessare qualsiasi parte del tratto digerente, in particolare l’intestino tenue e il colon. Oltre ai dolori addominali, la malattia può manifestarsi con febbre, perdita di peso, sanguinamento nelle feci e, se non trattata, può portare a numerose complicazioni.

Esiste una cura?

Purtroppo, al momento non esiste una cura definitiva per il morbo di Crohn; tuttavia, sono disponibili terapie biologiche e trattamenti specifici che permettono di migliorare sensibilmente la qualità della vita dei pazienti, aiutandoli a convivere con la malattia e a rispettare i segnali che il proprio corpo invia.

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Per Simona, nonostante lo shock iniziale della diagnosi, è stato comunque un grande sollievo: finalmente conosceva la causa dei suoi disturbi e poteva affidarsi a una terapia mirata che le avrebbe consentito di gestire meglio i sintomi e di ridurre l’intensità dei dolori legati a questa condizione cronica.

Inoltre, Simona è stata fortunata: sebbene la diagnosi sia arrivata tardi, non è stato necessario ricorrere a un intervento chirurgico per rimuovere una parte dell’intestino, come spesso accade nei casi più gravi in cui il tessuto è ormai compromesso. In mezzo alla sfortuna, ha ricevuto un dono prezioso: la possibilità di affrontare la malattia senza subire conseguenze irreversibili.

Il Morbo di Crohn e la prevenzione

Oggi sappiamo che il morbo di Crohn è una realtà con cui si può convivere, anche se ancora non esiste una cura definitiva e non sappiamo se un giorno sarà possibile guarirne completamente. Tuttavia, è possibile condurre una vita dignitosa, anche se con alcune limitazioni che dipendono dal momento della diagnosi e dal modo in cui si affronta la malattia. Ricorda: molto dipende anche dal tuo atteggiamento e dalla tua attenzione verso il tuo corpo.

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La colonscopia rappresenta ancora oggi l’esame diagnostico più efficace: sebbene possa sembrare invasivo, viene eseguito in sedazione e non comporta particolari disagi. Anzi, è uno strumento fondamentale per individuare tempestivamente numerose patologie, tra cui anche il morbo di Crohn, e può letteralmente salvare la vita.

La prevenzione resta la nostra migliore alleata: dovremmo sempre ricordare che è meglio prevenire che curare, soprattutto quando si manifestano sintomi ricorrenti e persistenti che compromettono la qualità della vita. Spesso, la prevenzione rappresenta il primo passo per individuare problemi che, se trascurati, potrebbero trasformarsi in gravi sofferenze.

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